Cases, Mario

http://dati.cdec.it/lod/shoah/person/IT-CDEC-EACCPF0001-000075 an entity of type: Person

Cases, Mario 
Archivio CDEC, Fondo antifascisti e partigiani ebrei in Italia 1922-1945, b. 3, fasc. 61 
Lia Hirsch Cases, "Ricordi e testimonianze di una famiglia antifascista", Annali dell'Istituto Ugo La Malfa, Vol. II, 1986 
Archivio CDEC, Fondo Vicissitudini dei singoli, serie I, bb. 7; 14, fasc. 197; 406 
Archivio CDEC, Fondo Vicissitudini dei singoli, serie I, b. 4, fasc. 120 
db antifascisti 
17/01/1900 
antifascista 
partigiano 
salvato 
Consulente 
19000117 
Milano 
 
 
Ulisse Cases 
 
Levi 
Clotilde Levi 
Italiana 
Lia Hirsch 
Mario Cases nasce a Mantova il 17 gennaio del 1900, figlio di Ulisse e Clotilde Levi. Nel 1925 sposa Lia Hirsch: negli anni successivi alla presa del potere da parte di Mussolini, assumono entrambi posizioni avverse al partito fascista. In questo periodo Mario Cases lavora come rappresentante in Piemonte; successivamente si occupa del ramo commerciale della fabbrica guidata dal cugino della moglie, Renato Hirsch. Dopo la pubblicazione delle leggi razziali, Mario Cases decide di espatriare insieme alla moglie: optano per la Francia perchè conoscono la lingua francese ed hanno degli appoggi. Inizialmente Mario Cases si stabilisce con la moglie a Parigi: dopo la dichiarazione di guerra della Germania, entrambi riparano nel sud della Francia, a Tolosa. In questa città Mario Cases assiste alla disfatta francese nella seconda guerra mondiale; dalla fine del 1940 fino all'agosto del 1943 egli si trasferisce a Nizza. Nell'estate del 1942 muore la madre di Mario Cases: soltanto nell'ottobre dello stesso anno egli riceve, insieme alla moglie, il permesso di venire in Italia. Il periodo che intercorre dall'ottobre del 1942 fino all'aprile del 1943 è il momento in cui Mario Cases informa Ugo La Malfa riguardo alla sua intenzione di costituire un ponte di notizie antifasciste tra l'Italia e la Francia. Le informazioni passano dal maquis francese per poi arrivare alla BBC inglese; è proprio la British Broadcasting Company a trasmettere il programma del Partito d'Azione omettendone, però, il primo punto relativo alla forma istituzionale voluta per l'Italia: repubblicana e non monarchica. Tornato a Nizza, Mario Cases prosegue la sua attività partigiana con il nome di Antoine Duprèz. Mario Cases si mette anche in contatto con il capo della Resistenza francese a Lione. Dopo la caduta del fascismo, avvenuta il 25 luglio del 1943, Mario Cases decide di rimpatriare in Italia insieme alla moglie: a seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943 Mario Cases e consorte decidono di fuggire verso il sud Italia col fine di oltrepassare il limite della zona occupata. Grazie ad una traversata in barca a vela riescono a raggiungere a raggiungere le zone presidiate dagli alleati: qui Mario Cases lavora prima a Bari e poi a Roma come interprete dall'inglese presso il comando misto anglo-americano del Psychological Warfare Branch. Terminata la guerra, Mario Cases torna a Milano con la famiglia, dove rimane fino al 1951, e richiede la tessera del Partito d'Azione.  
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