Scheda descrittiva: Emilio Canarutto
http://dati.cdec.it/lod/shoah/archivalInstance/IT-CDEC-ST0074-000001 <https://www.ica.org/standards/RiC/ontology#Instantiation>
Il fondo è stato rinvenuto in uno stato di parziale ordine e già organizzato in fascicoli; gli stessi sono stati mantenuti riportando tra virgolette il titolo originale dell'unità archivistica descritta. La Fondazione CDEC ha provveduto al riordino delle carte e alla redazione dell'inventario storico dell'intero fondo che si compone di circa 19719 carte, raccolte in 158 fascicoli e 168 fotografie, alcune delle quali riunite in un album fotografico (cfr. b. 30, fasc. 159). Tutta la documentazione inventariata ai sensi dell'articolo 13, commi a) e b) del D. Lgs. 42/2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio, in originale e in buono stato di conservazione, è stata completamente ricondizionata al fine di garantirne la consultabilità per fini storici.
Il fondo raccoglie la documentazione che testimonia l'attività di Emilio Canarutto su vari fronti. Nel campo del commercio ha incarichi presso varie società tra cui "Cementi Isonzo", "Montecatini Terme", "Italcementi" in qualità di esperto del settore esportazione; si conservano a tal proposito nella serie archivistica "Attività professionale" i certificati di servizio (cfr. b. 13, fasc. 60) e il curriculum vitae (b. 13, fasc. 62), lo studio del quale, ha permesso la ricostruzione della carriera lavorativa di Emilio Canarutto. Nella serie archivistica "Certificati, attesati, tessere" è possibile, invece, ricostruire il suo percorso di studi e l'adesione a diverse federazioni. Nel campo dell'ebraismo italiano è stato segretario delle scuole di via eupili (cfr. b. 15, fasc. 70), ha prestato soccorso ai profughi nella vicina confederazione Svizzera, dove si era rifugiato nel 1943 (2). Di significativa importanza sono le relazioni sull'opera di salvataggio (cfr. serie archivistica "Relazioni Hans" per una descrizione più dettagliata) e anche l'unità "Associazione svizzera per l'aiuto ai rifugiati civili" (b. 25, fasc. 137) con i questionari compilati dagli ebrei rifugiati e l'elenco dei salvati. Negli anni '70 è stato consigliere dell'ORT. Il fondo è ricco anche di una corrispondenza di carattere privato e familiare con la moglie Gina Pincherli, i genitori Ettore Canarutto ed Estella Jarach, il fratello Guglielmo, conservata nella serie archivistica "Famiglia", (bb. 7-10, fascc. 27-40), insieme ad un albero genealogico e al fascicolo "In ricordo di Emilio" contenente necrologi, condoglianze e telegrammi, fonti documentarie importanti che hanno permesso di conoscere la data di morte di Emilio Canarutto, finora sconosciuta. Singolare, infine, il fascicolo "Accordeon", contenente una copia del brevetto dei miglioramenti apportati nella costruzione della fisarmonica da parte di Umberto Razzaboni (b. 10, fasc. 42).
Una parte di documentazione è stata donata da Emilio Ernesto Canarutto tra il 1971 e il 1974 e un'altra parte è stata ritirata da Liliana Picciotto presso l'abitazione di Gina Pincherle il 6 dicembre 1984, come si evince da una lettera del CDEC a lei indirizzata e scritta dall'allora coordinatore Michele Sarfatti (cfr. b. 1, "A corredo del fondo").
Trattandosi di un fondo personale privo di segnature archivistiche si è deciso di adottare un ordinamento per argomento ricostruendo i fascicoli in relazione ai temi trattati e alla cronologia delle carte allo scopo di dar luce, attraverso la documentazione qui conservata e riordinata, alla biografia personale di Emilio Canarutto. Le serie archivistiche individuate sono: "Certificati, attestati, tessere", "Quotidiani e opuscoli", "Corrispondenza", "Famiglia", "Sulla Shoah", "Associazioni ebraiche", "Carriera professionale", "Varie", "Comunità ebraica di Milano", "Assistenza agli ebrei in Svizzera", "Organizzazione rieducazione tecnica (ORT)", Album fotografico. Di ciascuna di esse sono stati compilati i campi relativi agli estremi cronologici, alla consistenza e ai contenuti per meglio esplicitare la tipologia di documentazione in esse raccolta.