Matilde Beniacar

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Matilde Beniacar 
Matilde Beniacar 
1 - la famiglia 2 - La vita a Smirne 3 - 1933: il rimpatrio in Italia a Livorno 4 - 1938: licenziamento del padre 5 - Lavoro in vetreria 6 - Episodi di antisemitismo 7 - Sfollati a Borgo a Buggiano 8 - Arresto: i carceri di Pistoia e Firenze 9 - Fossoli 10 - Deportazione 11 - L'arrivo ad Auschwitz 12 - La vita nel campo: la fame, il furto del cibo, atteggiamenti di ribellione nei confronti dei tedeschi 13 - Il lavoro a Birkenau 14 - Le malattie 15 - Le selezioni 16 - Le torture 17 - La liberazione del campo di Mauthausen 18 - Le cure e la degenza in ospedale 19 - Ritorno in Italia: il campo profughi di Pescantina, Milano e Livorno 20 - Il matrimonio e i figli 21 - Lettura di un breve resoconto delle sue vicissitudini scritto di suo pugno 22 - Il ricordo della famiglia persa ad Auschwitz  
1996 feb. 29 
non fiction 

L'intervista a Matilde Beniacar è stata realizzata il 29/02/1996 a Cecina da Marcello Pezzetti, nell'ambito del progetto "Interviste alla storia" (v. scheda relativa).

Matilde Beniacar nasce a Smirne (Turchia) il 18 gennaio 1926 da Moise Beniacar e Estrea Levi. Ha due sorelle e un fratello più giovanii: Perla, Bulissa e Giacomo. La famiglia di origini italiane conduce in Turchia  una vita agiata grazie al lavoro del padre, proprietario di una fabbrica di mobili. Nel 1933 lo Stato turco li costringe a rimpatriare in Italia a Livorno. Il padre trova lavoro alla raffineria Anic, ma nel 1938, a causa della legislazione antiebraica, viene licenziato. Matilde Beniacar è costretta a cercarsi un lavoro. Trova così un impiego in una fornace per la lavorazione del vetro. Per sfuggire ai bombardamenti sulla città  sfollano a Borgo a Buggiano, sulle colline intorno a Livorno.Qui Il 25 gennaio 1944 sono arrestati e portati al carcere di Pistoia. Da lì tradotti al carcere di Santa Verdiana di Firenze e in seguito trasferiti al campo di Fossoli. Dopo quindici giorni di permanenza sono caricati sui vagoni per Auschwitz dove approderanno nella notte del 27 febbraio 1944. All'arrivo è separata dal resto della famiglia (padre, madre, sorelle e fratello) che finirà nelle camere a gas. Matilde è assegnata ai lavori forzati nel campo di Birkenau, per la costruzione di fortificazioni. Gira diversi campi di concentramento: Gusen, Bergen Belsen, Dachau, Buchenwald e infine Mauthausen. Finalmente Il 5 maggio 1945 l'esercito americano entra a Mauthausen. Lei insieme agli altri prigionieri è libera, ma il suo stato di salute è molto compromesso. Immediatamente viene ricoverata in un ospedale e curata adeguatamente. Torna in Italia con la Croce Rossa italiana, passando per il campo profughi di Pescantina.

 

 
Intervista a Matilde Beniacar 
finito 

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