Esterni ghetto Raimondo

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Esterni ghetto Raimondo 
Esterni ghetto Raimondo 
1995 
non fiction 

Raimondo Di Neris ricorda com'era il ghetto della sua infanzia: la povertà,  il mestiere di vendere stracci e la solidarietà tra le famiglie. Ricorda il trasferimento della famiglia nel '27 alle case popolari di San Lorenzo, a causa dell'attuazione del nuovo piano regolatore per il recupero del teatro Marcello. La famiglia a San Lorenzo dura poco, non riesce a pagare l'affitto con regolarità, quindi torna nel Ghetto a vicolo Bologna. Si ritrovano in dieci in una stanza e dopo un po' decide di trasferirsi in casa della fidanzata. Raimondo ricorda di essere rimasto nel ghetto anche dopo il 16 Ottobre del '43: non può scappare date le condizioni economiche ed è costretto a lavorare anche senza permessi. Ricorda l'aggressione ad un attore di teatro antisemita, l'arresto e gli anni al confino di Favignana, accenna al campo di concentramento, alla immatricolazione e ai trattamenti ricevuti. Parla del primi anni in Italia di ritorno dal campo, le difficoltà ad essere in regola per lavorare, i fermi di polizia, la rabbia per la proiezione del film "L'ebreo Suss" al cinema Rialto dopo la liberazione: poi nel '56 ottiene i documenti per poter lavorare e lo stato di deportato.

 
Intervista a Raimondo Di Neris: riprese per le strade del ghetto di Roma 
finito 

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