Nedo Fiano

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Nedo Fiano 
Nedo Fiano 
1 - L'infanzia serena 2 - Il trauma delle leggi razziali 3 - I genitori perdono il lavoro 4 - Le scuole ebraiche 5 - Il matrimonio con Rina Lattes 6 - Lo scoppio della guerra 7 - Il lavoro a Prato 8 - Cinema e propaganda antisemita 9 - La fuga da casa e il rifugio presso amici 10 - L'arresto a Firenze 11 - Il carcere 12 - Intervento della moglie 13 - Ruggero Gabbai 14 - La Biblioteca Nazionale 15 - Il ritorno e la casa occupata 16 - La città indifferente 17 - Il rappporto con la madre 18 - Un mondo di ingiustizie 19 - All'interno del carcere, oggi 20 - Santa Verdiana 21 - "Divieto di ingresso a cani ed ebrei"  
1995 ott. 14 
non fiction 

Intervista realizzata il 14 ottobre 1995 a Firenze da Marcello Pezzetti, nell'ambito del progetto "Intervista alla storia" (vedi scheda relativa) Nedo Fiano nasce il 22 aprile 1925 a Firenze, da Nella Castiglioni e Olderigo Fiano. La madre gestisce una pensione e il padre è impiegato alle poste, attività che sono entrambi costretti a lasciare nel 1938 a seguito dell'approvazione delle leggi razziali. Quella data segna una cesura traumatica anche nella vita di Nedo Fiano che improvvisamente si vede costretto ad abbandonare la scuola di Stato e le relative amicizie e a fare altresì i conti con il mutato atteggiamento dei suoi coetanei, circondato da silenzio e indifferenza. Poco dopo comincia a frequentare con grande profitto le neo-istituite scuole ebraiche e conosce la futura moglie, Rina Lattes. Dopo lo scoppio della guerra, trova lavoro in un'industria di Prato, presso cugini. Successivamente all'armistizio lui e la famiglia devono abbandonare la casa di Firenze e cercare rifugio da amici. Nel febbraio '44 Nedo Fiano viene arrestato in via Cavour, nel capoluogo toscano, e incarcerato alle Murate. Da qui viene inviato al campo di Fossoli, dove a distanza di dieci giorni arrivano anche la madre e il padre. L'intervista a questo punto ritorna alla Firenze di allora e ai ricordi di Nedo: il ritorno da Auschwitz e la casa occupata da altri, la consapevolezza definitiva di vivere in un mondo di ingiustizie, un mondo dove ci sono buoni e cattivi. La chiusura è dedicata all'indifferenza e al silenzio della città, dell'Italia e dell'Europa, dinanzi allo sterminio di sei milioni di persone.

 
Intervista a Nedo Fiano al ex-carcere le Murate a Firenze 
finito 

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