Rosa Levi

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Rosa Levi 
Rosa Levi 
1 - Dati anagrafici suoi e della famiglia di origine 2 - La vita a Rodi 3 - Il 1938 e le crescenti difficoltà 4 - Le migrazioni degli ebrei 5 - I bombardamenti su Rodi 6 - L'estate del '44 e gli arresti in massa 7 - La deportazione 8 - Auschwitz 9 - La vita nel campo 10 - La fabbrica di armi 11 - Il trasferimento a Terenzin e la liberazione 12 - Il rimpatrio in Italia  
1996 nov. 21 
non fiction 

L'intervista a Rosa Levi è stata realizzata il 21/11/1995 a Milano da Liliana Picciotto, nell'ambito del progetto "Interviste alla storia" (v. scheda relativa).

Rosa Levi nasce a Rodi il 5 Maggio del 1924, da Haim Levi e Rebecca Cugno. Ha un fratello e quattro sorelle: Salvatore, Ester, Lea, Vittoria, Giulia e Felicina.
Rosa descrive la vita a Rodi, la scuola ebraica, la vita sociale, la celebrazione delle festività, le migrazioni degli ebrei causa la scarsità di lavoro. Nel 1938, a causa delle leggi razziali, la scuola ebraica viene chiusa, aumentano le difficoltà lavorative e le limitazioni della libertà: chi può cerca di andare via, con l'aiuto del presidente della comunità. Rosa ricorda la necessità di lasciare la città a causa dei bombardamenti, le famiglie che sfollano verso alcuni villaggi dell'interno e della costa, Trianda, Kremastok, Villanova. Nell'estate del '44 avvengono gli arresti da parte delle SS: prima chiedono agli uomini ebrei maggiori di 14 anni di presentarsi presso la caserma dell'aeronautica italiana con la scusa della registrazione, poi convocano le donne gli anziani e i bambini e chiedono di portare con sè le cose di valore. Una volta tutti riuniti nella caserma, vengono privati degli oggetti di valore e avviati a piedi verso il porto per essere imbarcati su battelli in direzione del Pireo. Dopo una sosta di tre o quattro  giorni al Pireo sono trasferiti ad Atene da dove saranno deportati in Polonia. Rosa descrive le condizioni del viaggio e l'arrivo ad Auschwitz: qui il primo contatto, all'apertura dei vagoni, è con alcuni prigionieri ebrei che fanno delle raccomandazioni sulla consegna dei bambini, ma i nuovi arrivati, disorientati, non comprendono. Scesi dal treno si dirigono a piedi verso il campo, dove subiscono la prima selezione, la rasatura, l'immatricolazione e il cambio degli abiti. Rosa  racconta brevemente le condizioni di vita, il lavoro poco impegnativo e non utile, la consapevolezza delle camere a gas e dei forni crematori, il trasferimento in una cittadina per lavorare nella fabbrica di armi, poi il successivo trasferimento a Terezin: qui avviene la liberazione da parte dell'esercito sovietico, la libertà e le prime cure. Dopo un passaggio a Praga, vengono condotti a Pescantina, poi a Milano, dove ricevono assistenza dalla comunità ebraica.

 
Intervista a Rosa Levi 
finito 

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