Jacchia, Mario

http://dati.cdec.it/lod/shoah/person/4146 an entity of type: Person

Jacchia, Mario 
Archivio CDEC, Fondo antifascisti e partigiani ebrei in Italia 1922-1945, b. 10, fasc. 203 
Il libro della memoria : gli ebrei deportati dall'Italia, 1943-1945 / Liliana Picciotto ; ricerca della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea. - Ed. 2002: altri nomi ritrovati. - Milano : Mursia, 2002, pp. 77-80, pp. 66-71 
Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, Donne e uomini della Resistenza, "Mario Jacchia", http://www.anpi.it/donne-e-uomini/2135/mario-jacchia [ultimo accesso, 27 aprile 2018] 
L. Bergonzini (a cura di), La Resistenza a Bologna, Bologna, 1980 
P. Orsucci Granata, "Moisè va alla guerra", Livorno 2017, pp. 505-506 
P. Briganti, "Il contributo militare degli ebrei italiani alla Grande Guerra 1915-1918", Silvio Zamorani, Torino 2009, pp. 76, 275-276, 324-325 
voce di indice 
antifascista 
partigiano 
vittima della Shoah 
soccorritore 
militare Grande Guerra 
Avvocato 
Ninuccia D'Ajutolo 
18960102 
19440820 
Bologna 
Laurea in Giurispudenza 
Avvocato 
Eugenio Jacchia 
 
Carpi 
Elisabetta Carpi 
false 
no 
Avvocato 
soccorritore 
partigiano 
Mario Jacchia nasce a Bologna il 2 gennaio 1896 da Eugenio, avvocato, e da Elisabetta Carpi. Si laurea in Giurisprudenza. Ufficiale del VI Alpini nel Battaglione Monte Berico durante la Prima guerra mondiale, viene gravemente ferito ed è pluridecorato con una Croce di guerra, due Medaglie d'argento e Medaglia di bronzo al Valor Militare. Finito il conflitto è attivo nelle formazioni paramilitari nazionaliste. Iscritto al fascio di Leandro Arpinati, se ne dissocia quando un gruppo di camerati aggredisce suo fratello e suo padre, e gli incendia il suo studio di avvocato. Espulso dall'albo degli avvocati nel 1938 riesce ad esserne riammesso dopo aver portato avanti una difficile pratica di "arianizzazione". Nel 1942 entra in contatto con il movimento clandestino comunista e, alla fine dello stesso anno, entra a far parte del primo Comitato unitario di azione antifascista bolognese. Con altri ebrei bolognesi costituisce il locale Partito d'Azione. Tenta, senza riuscirci, di organizzare, un movimento antifascista tra i militari. L'8 settembre 1943 cerca invano di collegare le forze antifasciste locali con quelle dell'Esercito e organizzarne la sollevazione. Entra quindi nel Comitato militare del CLN dell'Emilia-Romagna in rappresentanza delle formazioni di Giustizia e Libertà e del Partito d'Azione. Nell’agosto del 1944 viene catturato a Parma dai fascisti e consegnato ai tedeschi che, dopo giorni di tortura, lo uccidono facendone poi sparire le spoglie. Gli viene conferita la Medaglia d'oro alla memoria. 
Jacchia 
Mario 

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