Finzi, Italo

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Finzi, Italo 
C. Finzi - S. Finzi (a cura di), "La primula bianca. Ricordi autobiografici di Bianca Colbi Finzi dal 1916 al 1945", Silvio Zamorani editore, Torino 2011 
Archivio fotografico CDEC, Fondo Colbi Finzi Bianca (n. 612) 
Archivio CDEC, Fondo antifascisti e partigiani ebrei in Italia 1922-1945, b. 8, fasc. 157 
db antifascisti 
28/07/1907 
voce di indice 
partigiano 
salvato 
Dirigente 
Claudia Finzi 
Silvia Finzi 
19070728 
19900902 
Bologna 
Laurea in ingegneria 
Ingegnere 
Silvio Finzi 
Amadio Bolaffio 
Pia Gentilomo 
 
Bolaffio 
Lina Bolaffio 
Amico Finzi 
Tarquinia Zamorani 
Bianca Colbi 
Ingegnere 
Filippo e Marta Levi, Anna e Roberta Orvieto 
Gino, Vittorio, Olga e Clelia Bolaffio; Silvia, Elvira, Livia e Carlo Finzi 
Italo Finzi nasce a Ferrara il 28 luglio 1907 da un famiglia abbastanza osservante. Dopo aver frequentato il liceo classico a Ferrara si iscrive alla facoltà di ingegneria meccanica all'università di Milano dove si laurea nel 1931; ottiene l'abilitazione all'esercizio l'anno successivo al Politecnico di Torino. Dopo aver svolto il servizio militare presso l'Accademia di Pola ottenendo il grado di sottotenente di complemento, presta servizio a Napoli dove nel luglio del 1936 ottiene il grado di tenente. Trasferitosi a Bologna, si occupa di impianti frigoriferi industriali e lavora come assistente presso l'Università. Nel 1937 si sposa con Bianca Colbi da cui ha due figlie, Silvia e Claudia. In seguito alle leggi razziali viene espulso dall'Università e messo in congedo assoluto dall'Esercito. Rileva dunque con la moglie un'azienda, la S.I.M.E.R. (Società italiana materiali elettrici e radiofonici), e ne fonda un'altra, la S.A.P.E.F.I.S. (Società anonima per edilizia e fabbricazioni industriali speciali), nelle quali investe i beni di famiglia. Nei magazzini di queste ditte si ritrova spesso con amici del Partito d'Azione tramite i quali ottiene carte d'identità originali ma in bianco. Utilizza le carte per creare ai componenti della sua famiglia una nuova falsa identità, grazie alla quale riescono a salvarsi. Il 20 settembre 1943 si rifugia con la famiglia prima a Castiglione dei Pepoli, sull'Appennino tosco-emiliano, poi a dicembre vanno a Burzanella dove rimangono fino al termine della guerra e dove Italo entra in contatto con alcuni partigiani slavi coi quali collabora attivamente. Terminata la guerra, rientra a Bologna dove partecipa alla ricostruzione lavorando con la SAPEFIS, col genio civile, la Provincia e l'Università. Si specializza in seguito nella produzione del cemento armato precompresso e nel calcolo dei travetti precompressi; lavora in quest'ambito fino al 1985. Muore a Ravenna il 2 settembre 1990. 
Finzi 
Tenente dell'arma Artiglieria 
Italo 

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